La Dichiarazione Europea sui diritti e principi digitali per il decennio digitale è strutturata in 12 considerando del Preambolo e da 6 capitoli. Nei primi tre considerando che riportiamo di seguito in modo integrale la dichiarazione si occupa della trasformazione digitale e della centralità di questa trasformazione nel sistema sociale, economico ed istituzionale della UE.
- “L’Unione europea (UE) è un'”unione di valori”, sancita dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea, e si fonda sul rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Inoltre, secondo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, l’UE si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà. La Carta ribadisce inoltre i diritti derivanti in particolare dagli obblighi internazionali comuni agli Stati membri.
- La trasformazione digitale interessa ogni aspetto della vita delle persone. Offre notevoli opportunità in termini di miglioramento della qualità della vita, crescita economica e sostenibilità.
- La trasformazione digitale presenta anche sfide per le nostre società democratiche e le nostre economie, così come per gli individui. Con l’accelerazione della trasformazione digitale è giunto il momento che l’UE specifichi come si dovrebbero applicare nell’ambiente digitale i suoi valori e diritti fondamentali applicabili offline. La trasformazione digitale non dovrebbe comportare la regressione dei diritti. Ciò che èillegale offline è illegale online. La presente dichiarazioone non pregiudica le “politiche offline”, come l’accesso ai servizi pubblici principali.”
Alla Dichiarazione Europea sui diritti e principi digitali si arriva sulla base di iniziative precedenti quali L’Action plan 2016-2020 (Piano d’azione dell’UE per l’eGovernment 2016-2020. Accelerare la trasformazione digitale della pubblica amministrazione), la “Dichiarazione di Tallin sull’egovernment”, la “Dichiarazione di Berlino sulla società digitale e su un governo digitale fondato sui valori”, la “Dichiarazione di Lisbona – Democrazia digitale con uno scopo”.
L’Action plan (2016) si fonda sulla seguente visione:
“Il libero accesso ai dati e ai servizi delle altre amministrazioni pubbliche, sia a livello nazionale che transfrontaliero, comporterà una maggiore efficienza e agevolerà la libera circolazione di imprese e cittadini. La vita dei cittadini è diventata sempre più digitale, il che determina un aumento delle aspettative per quanto riguarda le prestazioni delle pubbliche amministrazioni11. Gli utenti vogliono capire come funziona il servizio12 e si aspettano maggiore trasparenza. Inoltre, aprendosi alle parti interessate e coinvolgendole nel processo decisionale13, le pubbliche amministrazioni diventeranno più affidabili e maggiormente in grado di rendere conto del loro operato. …….”
I principi dell’Action Plan sono:
- digitale per definizione: le pubbliche amministrazioni dovrebbero fornire servizi digitali (comprese informazioni leggibili dalle macchine) come opzione preferita (pur mantenendo aperti altri canali per chi non dispone di una connessione a internet per scelta o per necessità). Inoltre i servizi pubblici dovrebbero essere forniti tramite un unico punto di contatto o uno sportello unico e attraverso diversi canali;
- principio “una tantum”: le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite. Nei casi in cui sia consentito, gli uffici della pubblica amministrazione dovrebbero adoperarsi per riutilizzare internamente tali informazioni, nel rispetto delle norme in materia di protezione dei dati, in modo che sui cittadini e sulle imprese non ricadano oneri aggiuntivi;
- inclusività e accessibilità: le pubbliche amministrazioni dovrebbero progettare servizi pubblici digitali che siano per definizione inclusivi e che vengano incontro alle diverse esigenze delle persone, ad esempio degli anziani e delle persone con disabilità15;
- apertura e trasparenza: le pubbliche amministrazioni dovrebbero scambiarsi le informazioni e i dati e permettere a cittadini e imprese di accedere ai propri dati, di controllarli e di correggerli; permettere agli utenti di sorvegliare i processi amministrativi che li vedono coinvolti; coinvolgere e aprirsi alle parti interessate (ad esempio imprese, ricercatori e organizzazioni senza scopo di lucro) nella progettazione e nella prestazione dei servizi;
- transfrontaliero per definizione: le pubbliche amministrazioni dovrebbero rendere disponibili a livello transfrontaliero i servizi pubblici digitali rilevanti e impedire un’ulteriore frammentazione, facilitando in tal modo la mobilità all’interno del mercato unico.
- interoperabile per definizione: i servizi pubblici dovrebbero essere progettati in modo da funzionare senza problemi e senza soluzione di continuità in tutto il mercato unico e al di là dei confini organizzativi, grazie alla libera circolazione dei dati e dei servizi digitali nell’Unione europea;
- fiducia e sicurezza: tutte le iniziative dovrebbero andare oltre la semplice conformità con il quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, tutela della vita privata e sicurezza informatica, integrando questi elementi sin dalla fase di progettazione. Si tratta di presupposti importanti per rafforzare la fiducia nei servizi digitali e favorirne la diffusione.
Il 6 ottobre 2017 a Tallinn i rappresentanti di trentadue Paesi UE ed EFTA (tra i quali l’Italia) hanno firmato la dichiarazione che definisce le linee d’azione in materia di eGovernment per i prossimi cinque anni. Sulla scorta dei principi sanciti nell’eGovernment Action Plan 2016-2020, i Paesi firmatari della Dichiarazione si sono impegnati a rafforzare ed accelerare le iniziative per la digitalizzazione della PA nel periodo 2018-2022 in cinque ambiti di intervento:
- Digital-by-default, inclusività ed accessibilità: i Paesi firmatari si sono impegnati ad assicurare a cittadini ed imprese la facoltà di interagire con la PA in forma digitale, riducendo al contempo gli adempimenti burocratici ed il numero di richieste rivolte dagli enti pubblici nei confronti dei privati;
- Once only: nel periodo 2018-2022 verrà incentivata la diffusione di “punti di contatto unici” tra cittadini ed interlocutori pubblici, attraverso lo sviluppo di meccanismi di collaborazione e scambio di dati tra le PA a livello nazionale, regionale e locale, così come a livello transnazionale;
- Affidabilità e sicurezza: verrà accelerata l’implementazione a livello nazionale del Regolamento n. 910/2014 in materia di identificazione elettronica (eID) e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche (eIDAS);
- Apertura e trasparenza: a cittadini ed imprese sarà consentito gestire con modalità digitali i dati conservati dalle PA; verranno incrementate la quantità e la qualità degli open governmnet data attraverso la sistematica implementazione del principio open-by-default;
- Interoperability-by-default: sarà incentivato l’utilizzo trasversale e diffuso dei sistemi di eID, eSignature, eDelivery, eProcurement e eInvoicing, evitando la duplicazione settoriale delle infrastrutture. Inoltre, le soluzioni ICT della PA saranno rese più agevolmente riutilizzabili da parte dei privati, ad esempio mediante la pubblicazione dei termini e condizioni per il loro riutilizzo.
L’8 dicembre 2020 i ministri degli Stati membri dell’Unione Europea hanno firmato la “Dichiarazione di Berlino sulla società digitale e un governo digitale fondato sui valori”, obiettivi che non possono essere raggiunti senza un’adeguata partecipazione e inclusione digitale.
La Dichiarazione di Berlino definisce sette principi chiave con relative linee d’azione politiche a livello nazionale ed europeo:
- Validità e rispetto dei diritti fondamentali e dei valori democratici in ambito digitale;
- Partecipazione sociale e inclusione digitale per plasmare il mondo digitale;
- Empowerment e alfabetizzazione digitale, permettendo a tutti i cittadini di partecipare alla sfera digitale;
- Fiducia e sicurezza nelle interazioni tra i governi digitali, per permettere a tutti di navigare nel mondo digitale in modo sicuro, di autenticarsi e di essere riconosciuti digitalmente all’interno dell’UE;
- sovranità digitale e interoperabilità, come chiave per garantire la capacità dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni di prendere decisioni e agire in modo autodeterminato nel mondo digitale;
- Sistemi centrati sull’uomo e tecnologie innovative nel settore pubblico, che rafforzino il suo ruolo pionieristico nella progettazione di tecnologie sicure e affidabili;
- Una società digitale resiliente e sostenibile, che sia in linea con il Green Deal e che utilizzi le tecnologie digitali per migliorare la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari
Il programma strategico per il 2030 “Percorso per il decennio digitale”(2021) come richiamato nel considerando 6 della Dichiarazione Europea sui diritti e i principi digitali definisce un quadro preciso di riferimento: “ Il modello dell’UE per la trasformazione digitale delle nostre società e della nostra economia comprende in particolare la sovranità digitale in modo aperto, il rispetto dei diritti fondamentali, lo Stato di diritto e la democrazia, l’inclusione, l’accessibilità, l’uguaglianza, la sostenibilità, la resilienza, la sicurezza, il miglioramento della qualità della vita, la disponibilità di servizi e il rispetto dei diritti e delle aspirazioni di ognuno. Dovrebbe contribuire alla costruzione di un’economia e una società dinamiche, eque ed efficienti in termini di risorse nell’UE”.
Il considerando 7 della Dichiarazione si riferisce in particolare al ruolo della “politica” in questo contesto di trasformazione digitale: “……La dichiarazione dovrebbe inoltre guidare i responsabili politici nella riflessione sulla loro visione della trasformazione digitale: una trasformazione digitale che mette al centro le persone; che sostiene la solidarietà e l’inclusione, tramite la connettività, l’istruzione, la formazione e le competenze digitali, condizioni di lavoro giuste ed eque nonché l’accesso a servizi pubblici digitali online; che ribadisce l’importanza della libertà di scelta nelle interazioni con gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale e in un ambiente digitale equo; che promuove la partecipazione allo spazio pubblico digitale; che aumenta la sicurezza e la protezione e conferisce maggiore autonomia e responsabilità nell’ambiente digitale, in particolare per i bambini e i giovani, garantendo nel contempo il rispetto della vita privata e il controllo individuale sui dati; che promuove la sostenibilità. I vari capitoli della presente dichiarazione dovrebbero costituire un quadro di riferimento olistico e non dovrebbero essere letti isolatamente”.
Nell’ottavo considerando si sottolinea che la Dichiarazione dovrebbe fungere da punto di riferimento per le imprese e altri soggetti interessati nello sviluppo e nella diffusione di nuove tecnologie.
La dichiarazione si articola in 6 capitoli (in corsivo riportiamo il testo dei principi che riguardano i singoli capitoli) :
Capitolo 1: mettere le persone al centro della trasformazione digitale.
Le persone sono al centro della trasformazione digitale nell’Unione europea. La tecnologia dovrebbe essere al servizio e andare a beneficio di tutte le persone che vivono nell’UE, mettendole nelle condizioni di perseguire le loro aspirazioni, in tutta sicurezza e nel pieno rispetto dei loro diritti fondamentali.
Capitolo 2: solidarietà ed inclusione
La tecnologia dovrebbe essere utilizzata per unire le persone, e non per dividerle. La trasformazione digitale dovrebbe contribuire a una società e a un’economia eque e inclusive nell’UE.
Capitolo 3: libertà di scelta
Interazioni con algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale dovrebbe fungere da strumento per le persone, con l’obiettivo ultimo di aumentare il benessere umano.
Ogni persona dovrebbe essere messa nelle condizioni di godere dei benefici offerti dai sistemi algoritmici e di intelligenza artificiale, anche compiendo le proprie scelte informate nell’ambiente digitale, e rimanendo al contempo protetta dai rischi e dai danni alla salute, alla sicurezza e ai diritti fondamentali.
Capitolo 4: partecipazione allo spazio pubblico digitale
Ogni persona dovrebbe avere accesso a un ambiente digitale affidabile, diversificato e multilingue. L’accesso a contenuti diversificati contribuisce a un dibattito pubblico pluralistico e alla partecipazione effettiva alla democrazia in modo non discriminatorio.
Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione e di informazione, nonché alla libertà di riunione e di associazione nell’ambiente digitale.
Ogni persona dovrebbe poter accedere alle informazioni su chi possiede e controlla i servizi mediatici che utilizza.
Le piattaforme online, in particolare le piattaforme online di dimensioni molto grandi, dovrebbero sostenere il libero dibattito democratico online. Visto il ruolo svolto dai loro servizi nel plasmare l’opinione pubblica e il dibattito pubblico, le piattaforme online di dimensioni molto grandi dovrebbero attenuare i rischi derivanti dal funzionamento e dall’uso dei loro servizi, anche in relazione alle campagne di disinformazione e cattiva informazione, e tutelare la libertà di espressione.
Capitolo 5: sicurezza, protezione e conferimento di maggiore autonomia e responsabilità
Un ambiente digitale sicuro, protetto e tutelato
Ogni persona dovrebbe avere accesso a tecnologie, prodotti e servizi digitali che siano sicuri e protetti e tutelino la vita privata fin dalla progettazione, traducendosi in un elevato livello di riservatezza, integrità, disponibilità e autenticità delle informazioni trattate.
Capitolo 6: sostenibilità
Per evitare danni significativi all’ambiente, e al fine di promuovere l’economia circolare, i prodotti e i servizi digitali dovrebbero essere progettati, prodotti, utilizzati, riparati, riciclati e smaltiti in modo da attenuare il loro impatto negativo sull’ambiente e sulla società ed evitare l’obsolescenza prematura.
Ogni persona dovrebbe avere accesso a informazioni precise e di facile comprensione sull’impatto ambientale e sul consumo energetico dei prodotti e dei servizi digitali, nonché sulla loro riparabilità e sul loro ciclo di vita, in modo da essere in grado di compiere scelte responsabili.
C’è molto da lavorare sotto i diversi profili istituzionali, giuridici, sociali, economici, amministrativi.