(riportiamo un brano della presentazione pubblicato sul sito di Eurispes)
La ricerca Il Termometro della Salute, promossa dall’Osservatorio Salute, Legalità e Previdenza Eurispes-Enpam e presentata oggi a Roma presso la Sala del Museo Ninfeo, torna a proporre, a quasi cinque anni dalla sua prima uscita, un tentativo di complessiva lettura della realtà e delle prospettive del Sistema Sanitario Nazionale.
Come sottolinea il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara: «Questo lavoro di ricerca vuole occuparsi di ciò che l’impatto del Covid-19 ha generato nella percezione del Sistema Sanitario Nazionale e sulla sua programmazione nel dopo-Covid. Nel nostro Paese, così come nel resto del mondo, i temi della salute sono infatti balzati al vertice dell’attenzione dei cittadini e dei governi, travalicando i tradizionali contorni delle politiche di settore e imponendosi come snodo centrale delle stesse politiche economiche. Basti pensare alla “rivoluzione” nella Ue rappresentata dalla parziale condivisione del debito dei paesi aderenti, che ha portato al varo del Next Generation EU e ai Piani nazionali di resilienza.
L’Osservatorio Eurispes-Enpam ritiene che sia, ora, possibile andare oltre le specifiche tematiche legate alla pandemia per affrontare la riforma del Servizio Sanitario Nazionale che, proprio dai limiti mostrati anche nel recente passato e dai provvedimenti in risposta al Covid-19, prende le mosse per una ambiziosa opera di riforma. Ambiziosa, ma problematica e irta di contraddizioni ed incognite. Se il Paese ha tenuto, se la Sanità pubblica ha svolto la sua decisiva e riconosciuta funzione, se il ruolo della salute nel quadro più generale di una società democratica e avanzata è tornato in prima pagina, sarebbe un grave errore non concentrare ora il massimo sforzo per rimettere, con la riforma, la Sanità definitivamente al centro delle politiche volte alla crescita del Paese».
«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – dichiara il Presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti – interviene sulla Salute con la prima componente della Missione 6, ridefinendo i cardini per rilanciare l’assistenza sanitaria territoriale con un modello organizzativo centrato su reti di prossimità, strutture e telemedicina. A tal fine, sono investite importanti risorse nelle Case di Comunità e nel sostegno all’assistenza domiciliare, nell’assunto che è la “casa dell’assistito” il primo luogo di cura. È evidente, però, che le 1.400 Case di comunità previste dal Piano non assolveranno alla stessa funzione delle decine di migliaia di studi medici attualmente attivi in Italia.
Tra l’abitazione del cittadino e le Case di Comunità programmate (una ogni 42mila abitanti), infatti, si creerà un vuoto di assistenza, se non si imposterà al contempo un progetto di rilancio dell’attuale rete degli studi di medicina generale.
In questo senso, l’Enpam sta concretizzando un progetto che consentirà ai medici di base di aggregarsi in studi più strutturati, organizzati e attrezzati, pur continuando a garantire una presenza realmente capillare e flessibile sul territorio (studi “spoke”). Studi che dovranno essere allestiti con attrezzature avanzate per sfruttare soluzioni di telemedicina. Si tratta di un’iniziativa velocemente realizzabile e consensuale, essendo promossa dalla stessa categoria che deve attuarla. Crediamo che una volta realizzata, possa essere altamente efficace per il miglioramento dell’assistenza sanitaria territoriale secondo gli obiettivi del Pnrr».
Infine, il Presidente Osservatorio Eurispes-Enpam Salute, Legalità e Previdenza, Carlo Ricozzi, spiega: «Il Tavolo di Lavoro ha condotto un monitoraggio permanente del settore, non trascurando di valutare le implicazioni straordinarie del Covid-19, a partire dall’anno 2020. I temi affrontati in questo Rapporto sono tra i punti di forza e di debolezza del nostro Sistema Sanitario Nazionale: le scelte politiche, i rapporti tra la sanità pubblica e quella privata, il capitale umano e la formazione universitaria.
Inoltre, abbiamo voluto dedicare uno spazio, nella forma dell’intervista, alle considerazioni di autorevoli studiosi e al punto di vista degli operatori sanitari, medici e infermieri in servizio negli ospedali, nei poliambulatori e negli studi di medicina generale.
Il tema del contrasto agli illeciti in materia sanitaria è stato invece affrontato in due documenti appositamente elaborati dalla Guardia di Finanza e dall’Arma dei Carabinieri, nei quali vengono descritte le metodologie di monitoraggio e controllo e la rendicontazione dei risultati operativi.
Nelle intenzioni dell’Osservatorio, la pubblicazione di questo lavoro di ricerca è rivolta ad alimentare il dibattito, mai sopito in verità, su uno degli aspetti chiave della giustizia sociale: l’accesso alle cure indipendentemente dal censo».