Ci sono timidi tentativi per la formazione di una cultura organizzativa e manageriale moderna a supporto di modelli organizzativi “nativamente” digitali per una nuova relazione tra amministrazioni e cittadini/imprese. Siamo ancorati ad un modello organizzativo di tipo gerarchico-formalistico-giuridico con attività amministrative di tipo “verticale” basate sulla logica di operare per “pratiche” e non per “progetti”.
Questo approccio non permette di utilizzare al meglio le risorse del PNRR: senza cambiamenti radicali le burocrazie continueranno ad essere uffici per pratiche al di fuori di organizzazioni intese come “sistemi” dinamici che si articolano e vivono per dare risposte ai bisogni dei cittadini che devono essere monitorati di continuo attraverso organizzazioni capaci di rilevare i bisogni, di analizzarli, di trovare soluzioni e rispondere quindi alle esigenze.
Le risorse del PNRR “distribuite” ai diversi livelli istituzionali ed amministrativi (e nei diversi progetti) rischiano di non trovare amministrazioni pubbliche attente e preparate per progettare, realizzare, attuare i progetti e gestire il cambiamento. Le risorse rischiano di essere vanificate e non valorizzate adeguatamente. Per operare come amministrazioni moderne e pronte per il PNRR e per qualsiasi altro piano di sviluppo a livello europeo, nazionale e locale è necessario adottare nuovi modelli di organizzazione.
In questa sede mi limiterò ad indicare le caratteristiche del modello organizzativo di base e quindi quali elementi occorrono per “innovare” l’azione amministrativa concretamente.
Definiremo il nuovo modello di organizzazione come il “meta-modello organizzativo” e che deve adottare da tutte le pubbliche amministrazioni; su questo meta-modello si possono definire e strutturare funzioni ed organizzazioni per le specificità delle diverse amministrazioni. Ma le caratteristiche di base del modello non possono mancare.
Ecco gli elementi costitutivi e caratterizzanti di base:
– amministrazioni semplificate (legge 241/90 e sm; art. 15 del Codice dell’amministrazione digitale); semplificazione di tempi, fasi, modulistica, adempimenti, ecc.
– amministrazioni trasparenti (delgs 33/2013 e sm): il cittadino viene informato sull’operato dei decisori pubblici e dei dirigenti/apicali amministrativi
– amministrazioni che operano per i cittadini per attuare l’art. 3 della Costituzione;
– amministrazioni nativamente digitali (Codice dell’amministrazione digitale); passaggio da amministrazioni analogiche (di carta) ad amministrazioni che operano in modalità digitale, in rete;
– amministrazioni sostenibili (risorse certe da gestire in modo trasparente e con le dovute coperture);
– amministrazioni che operano nel rispetto dei principi di cui all’art. 97 della Costituzione: buon andamento ed imparzialità;
– amministrazioni che operano con pubblici dipendenti ad esclusivo servizio della Nazione (art. 98 della Costituzione);
– nel caso dei comuni, come previsto dalla specifica legislazione: amministrazioni che operano secondo la logica della gestione associata delle funzioni (e delle attività).
Tutte queste caratteristiche (nessuna esclusa) devono connotare il modello di amministrazione moderna che definiremo “reticolare”. Se manca una delle caratteristiche il modello non funziona nella sua completezza ed efficacia. Ma di questo ne parleremo in un altro articolo.